Napoli, un museo a cielo aperto che parte da oltre 2000 anni fa fino ai giorni nostri, patria della pizza, la città del Vesuvio, che si affaccia sul Golfo omonimo che ogni visitatore ha lasciato incantato.LE 10 COSE DA VEDERE […]
Napoli, un museo a cielo aperto che parte da oltre 2000 anni fa fino ai giorni nostri, patria della pizza, la città del Vesuvio, che si affaccia sul Golfo omonimo che ogni visitatore ha lasciato incantato.LE 10 COSE DA VEDERE
1.PIGNASECCA
Foto: Ilaria Domenica Iazzetta
E’ il nome di una via, ma non è una semplice strada, è qualcosa di più: un’atmosfera, un luogo dove si respira la vera aria di Napoli, un posto popolare che ha una propria identità.
Esistono varie leggende in merito al nome curioso, ma tutte raccontano di un unico albero sopravvissuto alla costruzione dell’attuale via Toledo, che col passare del tempo si seccò, dando origine così al termine.
Se si vuole vedere un quartiere tipico della città…questo è il posto giusto! E’ un susseguirsi di bancarelle, piccole botteghe (che col passare del tempo diventano sempre più rare), venditori di trippa, pizzerie (provate la pizza da “Attilio” o se preferite mangiare qualcosa passeggiando, “Fiorenzano” fa al caso vostro). E’ particolarmente affascinante (e particolarmente affollato, fa parte dell’atmosfera) nel periodo natalizio: il must sono i pescivendoli con i loro banchi pieni di vongole, gamberoni, orate e ogni ben di Dio che proviene dal mare, senza dimenticare le vasche con anguille e capitoni.
E’ a ridosso della famosa strada dello shopping (via Toledo) e del centro storico…tappa imperdibile quindi.
2.SPACCANAPOLI
Foto: Alessandra Luzzi
Se la cercate su una mappa della città, state certi che non la troverete! E’ conosciuta con questo nome (la via si chiama ufficialmente Benedetto Croce nel primo tratto, San Biagio dei librai nel secondo) perché spacca letteralmente in due il centro storico (dalla collina del Vomero si vede benissimo). Decumano inferiore dell’antica Neapolis, offre un’ampia scelta di visite: chiese (come la famosa Santa Chiara), palazzi (i portali e i cortili sono meravigliosi, uno fra tutti Palazzo Venezia, che al primo piano ospita un giardino che è un piccolo polmone verde aperto al pubblico e gratuito), bar, negozi di ori e argenti pieni di cammei e coralli.
E’ una strada musicale: artisti di strada (alcuni bravi, altri improbabili ma folkloristici) si susseguono ai lati della via, che generalmente è piena non solo di turisti ma anche di studenti: sulla strada e in zona infatti, sono presenti istituti scolastici e sedi universitarie.
3.PIAZZA SAN DOMENICO MAGGIORE
Foto : Gennaro Iommelli
Si potrebbe parlare di questa piazza comodamente seduti al tavolo di uno dei tanti bar che vi si trovano, magari “Scaturchio”, tra i più famosi e antichi in città, col suo bel babà a forma di Vesuvio in vetrina e un dolce inventato cento anni fa proprio qui: il “ministeriale”, un medaglione di cioccolato fondente ripieno di crema al liquore, dalla ricetta segretissima.
Al centro si innalza una bella guglia dedicata a San Domenico maggiore, eretta dopo la peste del 1656 che decimò la popolazione. Edifici storici come palazzo Petrucci, famoso per il suo portale rinascimentale e per una congiura di baroni al tempo degli Aragonesi (fantasmi senza testa avvistati, un’altra storia) e il cinquecentesco palazzo Corigliano, sede dell’università Orientale, fanno da cornice alla chiesa San Domenico Maggiore, risalente al periodo angioino ma rimaneggiato nel corso dei secoli, creando un miscuglio di stili interessanti.
4.LARGO CORPO DI NAPOLI
Foto: Serena Fiorentino
A poca distanza dalla piazza, proseguendo su Spaccanapoli, si arriva ad un piccolo slargo: al centro c’è una specie di altare con una statua che ha circa duemila anni. Un vecchio barbuto, con una bella sfinge e una cornucopia, simboleggia il Nilo, ricordando una comunità di mercanti di Alessandria d’Egitto vissuti a Napoli, appunto, in quel periodo (in realtà la testa della divinità fu scolpita in seguito: quando fu trovata la scultura, era acefala, da qui il termine “corpo”).
Questo luogo è famoso anche per qualcosa di completamente diverso: andatevi a prendere un bell’espresso al bar Nilo di fronte. Questa piccola caffetteria è famosa non tanto per la qualità della bevanda così cara a noi napoletani, ma perchè ha un altarino dedicato a qualcuno di veramente speciale, soprattutto per i tifosi di calcio: sto parlando del pibe de oro, la mano de Dios, chiamatelo come volete il fu Diego Armando Maradona. Questa piccola cappella a lui dedicata ha nientedimeno che un suo capello considerata reliquia, nonché lacrime di tifosi…un po’ come le ampolle del sangue di San Gennaro. Può sembrare eccessiva come cosa, non dico il contrario; ma la cultura popolare è varia, ed è anche questo.
5.VIA SAN GREGORIO ARMENO
Foto : Alessio Cerullo
La famosa strada dei pastori, impossibile non vederla! Prende il nome da una chiesa (aperta solo la mattina fino alle 12, consiglio vivamente di visitarla per il suo stile barocco incredibile), è un susseguirsi di botteghe di arte presepiale. Questa è un’antica tradizione che si tramanda di generazione in generazione; tra le famiglie più famose bisogna citare Ferrigno, presente da quasi 200 anni. La caratteristica del presepe napoletano è il suo rappresentare la realtà: i pastori sono fatti in terracotta e gli occhi sono di vetro per rendere quel luccichio che dona maggior realismo. Sulle bancarelle, oltre alla Vergine, San Giuseppe e gli altri personaggi tradizionali, si trovano statuette di calciatori, politici, cantanti; in molte di queste botteghe si ammirano altri oggetti tradizionali: corni rossi, tamburelli, antichi strumenti musicali come il “triccaballacche”, le cartelle e il “panaro” per giocare a Tombola. Se volete compare un souvenir della città, questo è il luogo giusto: la scelta è varia e i prezzi sono economici.
6.BANKSY
Foto: Serena Fiorentino
Da qualche anno a questa parte Napoli è diventata un museo a cielo aperto, opere di street art decorano i muri di mezza città, e ogni giorno ne spunta una nuova. Ma ce n’è una che fa da capostipite, fatta tra l’altro da uno degli street artist più famosi e quotati al mondo: la “santa con la pistola” dell’artista di Bristol. Banksy si rifà ad una scultura del Seicento che rappresenta S. Agnese sul rogo (Roma, chiesa di Sant’Agnese in Agone); la presenza di un’arma sulla testa della donna è decisamente provocatoria, ma stiamo parlando di un writer famoso proprio per il suo stile ricco di contraddizioni.
L’opera si trova a Piazza Gerolomini, nel pieno centro storico; ad angolo tra l’altro, c’è un piccolo negozio di cammei che è possibile visitare per ammirare come si creano questi gioielli tipici.
7.DUOMO
Foto: Francesca Romanelli
Napoli conta oltre 400 chiese, impossibile vederle tutte! La cattedrale della città però, merita una visita, anche solo per vedere la cappella dedicata al Santo patrono (il più conosciuto, ne abbiamo 52), San Gennaro. Non preoccupatevi se lo stomaco brontola, potete mangiare una pizza a portafoglio da “Di Matteo” che è di strada: più piccola di quella al piatto, ma il gusto è lo stesso.
Il duomo raccoglie secoli di storia; per intenderci, all’interno ci sono una basilica e un battistero che risalgono al IV secolo DC, nonché resti archeologici ben più antichi ma, almeno per il momento, chiusi al pubblico. Anche se è conosciuto per il famoso miracolo, la cattedrale è dedicata all’Assunta, come si nota nella zona dell’altare; ricca di cappelle di periodi e stili diversi, la più famosa è quella del Tesoro.
Questo ambiente ricchissimo raccoglie una piccola parte di doni fatti al Santo nel corso dei secoli, e parliamo di doni fatti da sovrani e papi oltre che dai “semplici” fedeli; oggetti d’argento, pietre preziose, ori, coralli, tutto questo rende il tesoro quasi inestimabile…Una nota doverosa: le ampolle del sangue si espongono al pubblico solo quando avviene il miracolo (3 volte all’anno; a volte capita che il sangue non si scioglie, ma le ampolle restano comunque visibili per una settimana).
8.PULCINELLA
Foto: Federico Romanucci
Dal 2012 vico Fico al Purgatorio è diventato famoso non solo per il suo nome bizzarro: l’artista Lello Esposito ha regalato alla città una bella testa in bronzo di Pulcinella, divenendo uno degli angoli più fotografati a Napoli (ovviamente anche io l’ho fatta). Il naso della statua è consumato per via di tutte le mani che lo strofinano, a mò di gesto scaramantico. Il toccare qualcosa pensando che attiri buona sorte è un gesto comune, specialmente qui a via dei Tribunali: di fronte infatti, c’è una piccola chiesa chiamata “Purgatorio ad Arco”, che all’ingresso presenta due bei teschi in bronzo (chiamate affettuosamente capuzzelle), anch’essi consumati per lo stesso motivo. Qui in effetti parliamo di un vero e proprio culto sviluppatosi nel Seicento, quello delle anime purganti che vengono “rinfrescate” dai vivi; ma anche una statua che ha meno di 10 anni di vita, pare, possa portare buona fortuna.
9.PIAZZA BELLINI
Foto: Gennaro Iommelli
E’ conosciuta come la piazza letteraria della città, per la presenza di librerie (sulle bancarelle si possono trovare tante cose interessanti a prezzi veramente bassi) e per un bar che è anche una casa editrice (Intra moenia).
La statua del musicista dell’Ottocento si erge al centro della piazza, tra alberi e panchine per sedersi e godersi un po’ di tranquillità lontano dal caos cittadino; ciò che colpisce sono i resti delle antiche mura greche che circondavano l’antica Neapolis, piccolo sito archeologico che ci racconta delle origini della città.
La piazza si trova in un punto strategico, a metà strada tra centro storico e zona moderna; la cosa curiosa è che vissuta di giorno è una piccola oasi di pace…di sera si trasforma per via dei tanti baretti che organizzano aperitivi a prezzi stracciati. A voi la scelta!
10.PIAZZA DANTE
Foto: Gennaro Iommelli
Per arrivare qui vi consiglio vivamente di scendere per via Port’Alba: famosa per le numerose librerie (da un po’ si trovano anche opere di street art molto carine), ospita una pizzeria antichissima (chiamata come la strada), aperta nel lontano 1830. Attraversando l’antica porta si arriva nella piazza dedicata allo scrittore ripreso in una statua fatta nell’Ottocento; in origine era chiamata “Largo del Mercatello”, arricchito poi in epoca borbonica dal “Foro Carolino”, un monumento ad emiciclo che celebrava i Borbone, ancora visibile (oggi ospita un convitto). Una bella curiosità: sulla facciata di questo edificio sorgono 2 orologi, uno classico e uno particolare, con un’unica lancetta e con soli 3 numeri: 5, 10, 15. Calcola l’equazione del tempo, ossia la differenza tra l’ora solare reale e l’ora solare media; riparato e attivo dal 2008, è un oggetto assai raro e sicuramente originale.
Anche qui vi è venuto un leggero languorino? Nessun problema, le trattorie di cucina tipica vi aspettano (vi consiglio “Leon d’oro” e “Al 53”).
Vi aspetto a Napoli!
Serena Fiorentino
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